foto emiliano  190x130 Il pesce puzza sempre dalla testa

La città digitale che vorrei

on gennaio 14 | in articoli | by | with 2 Comments

Lunedì parteciperò al convegno su la citta digitale.

Il mio speech partirà dal progetto TagBoLab, con focus sui dati dell’attivismo digitale a Bologna.

Quanti blog ci sono a Bologna? Di cosa parlano?

E se città digitale esistesse già? Se riconoscessimo le sue forme e i suoi meeting point, cosa potremmo chiederle?

Oltre a raccontare questa fetta di partepazione attiva bolognese, che trova nell’on line nuove forme, vorrei poter dibattere anche su alcune dinamiche proprie della rete, partendo dal sindaco di Bari, Michele Emiliano, che, qualche giorno fa, ha postato sul suo profilo facebook questa foto.

Riprendo Gigi Cogo che, in poche parole, inquadra la situazione:” C’è un dibattito anche in rete, attorno al tema: “senso civico o delazione?” sollevato dall’adozione di una dinamica “social”, da parte del sindaco di Bari Michele Emiliano.

Chi legge questo blog, sa come la penso e sull’ opportunità di utilizzare sistemi di “social tagging” e di “social evaluation” (vedi progetto MiaPA) anche nell’ambito pubblico, mi sono già espresso con un articolo su Nova“.

Cito Gigi perchè il suo “stare in rete” e la sua idea di cittadinanza digitale, indica una direzione che mi sento di rilanciare.

La discussione che ho lanciato su FriendFeed, che lo stesso Gigi cita, testimonia che esistono opinioni contrastanti ma ciò che è evidente è che esiste un movimento che non si fermerà. Certo, c’è da calibrare gli sforzi per trovare una forma che non cada nel qualunquismo.

Portare su web la partecipazione attiva dei cittadini è sicuramente una delle caratteristiche del cosidetto e-gov, ma la dialettica che sta prendendo forma trova sempre più spesso fondamento nei movimenti autonomi dei cittadini.

Conoscete la mappa degli scontri degli studenti a Londra o di quelli recenti in Tunisia? E la mappa del crimine a Milano?


Visualizza Milano – Il giro della Nera – 2010 in una mappa di dimensioni maggiori

Le mappe descrivono i territori a seconda delle esigenze ma risulta evidente che il focus non è sulla tecnologia usata, googlemap , ma sul racconto che, nei 3 casi da me citati, è gestito dal basso.

Ciò che mi colpisce è la dialettica continua, e in progress, tra on line e off line che permette di visualizzare i dati in  modo accessibile e smart.

Certo, come ogni infografica, le bugie sono dietro l’angolo ma spesso consentono analisi prima impensabili. Progetti come crowdmap e ushaidi incalano il potere delle masse attraverso l’uso di tag comuni alimentando un unica mappa che evidenzia la capillarietà dell’attivismo civico portando alla luce evidenze che, se lette e interpretate, possono essere utili ai policy maker.

I cittadini segnalano e monitorano, ponendosi alla pari, se non al di sopra, delle istituzioni che solo i pochi casi si confermano driver.

Ma la PA? Cogo cita MiaPA, Mantellini linka Iris, ed io aggiungo fixmystreet.

Su questo, wikicrazia di Alberto Cottica, è libro da tenere sul comodino.

Sul Resto del Carlino di Bologna, c’è sezione “io lo dico al Carlino” ma vorrei citare il caso di New York per capire che la chiave è nell’open data e nel coinvolgimento dei cittadini.



Tornando a Bologna, come coinvolgere i 100 bloggers i cittadini, andando oltre la semplice denuncia?

Nella città digitale che vorrei, c’è una piattaforma web che permette di rendicontare e monitorare, anche con i centri di costo, ogni azione pubblica, dal sociosanitario alla manutenzione delle strade, in cui ogni cittadino è potenzialmente uno shareholder capace di portare valore perchè riconosciuto come parte attiva della città.

Una piattaforma on line dove tutto è monitorabile e trasparente, dove i cittadini segnalano e partecipano al problem solving, è chiedere troppo?

Mi torna in mente il wiki che ha monitorato tutte le iniziative per gestire le emergenze relative all’alluvione in veneto, di cui ho parlato qui.

La città intesa come ecosistema, se monitorata, può parlare e può fornire dati e credo che, chiedendo agli stessi cittadini intesi come civic hackers, si possa fare qualcosa di veramente utile.

Con queste opere dell’artista italiano Filippo Minelli, che fanno dialogare la città tra on line e off lin, chiudo con un pò d’ironia.

Senza citare progetti di realtà aumentata.

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2 Responses

  1. gigicogo scrive:

    Caro Michele, come ulteriore contributo, ti invito anche a valutare ePart: http://www.epart.it/ e la sua applicazione libera o gestita ___(come nel caso di Udine) : http://www.epart.it/udine/default.aspx
    Ciao

  2. Michele scrive:

    grazie Gigi, vero anche epart è progetto da citare!

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