foto dell'intervento di Alec Ross presso l'Alma Mater, Bologna

Alec J Ross e la dirompente innovazione delle relazioni

on maggio 24 | in tweet | by | with Commenti disabilitati su Alec J Ross e la dirompente innovazione delle relazioni

“Ricordare che abbiamo una sola bocca mentre abbiamo due orecchie” può apparire una considerazione banale ma di fronte alla crescente distanza verso il mondo della politica, in cui l’ascolto viene, nella migliore delle ipotesi,  sbandierato giusto prima di ogni elezione, l’invito rivela una lettura più articolata.

Questa semplice osservazione di Alec Ross, Consulente speciale del Segretario di Stato Hillary Clinton per l’innovazione, che, come avevo anticipato qui, ho potuto incontrare, porta in evidenza ciò che maggiormente vorrei valorizzare nella mia personale cassetta degli attrezzi.

Di fronte alle dirompenti tecnologie, la cura di ogni relazione rimane fondamentale.

Le possibilità di applicazioni delle tecnologie sono molteplici ma, riguardando a mente fredda l’intervista rilasciata nell’ambito del contest Ideamocracy e  i video dell’incontro informale a cui ho avuto la fortuna di assistere, è la volontà di costruire relazioni a rimanermi impressa.

Alec Ross from ideamocracy on Vimeo.

Di fronte ad una politica sempre più inaccessibile e alle paure del crescente e potenziale controllo da parte delle organizzazioni , questo breve video evidenzia che è possibile, e praticabile, un diverso modo di porsi. Più aperto e trasparente. Certo, la voglia di controllo da parte delle istituzioni è un dato di fatto, ma c’è dell’altro.

Come risulta evidente dal video, l’atmosfera era adatta ad un confronto aperto e franco.

Il mondo dell’ITC ha creato in ogni campo un cambio di vista ma chiedere e ascoltare, consigli che potrebbero apparire di una bravo educatore, diventano i tool attorno ai quali costruire l’innovazione.

L’obiettivo è stringere relazioni, aumentare il proprio network costruito su affidabilità e fiducia. Riportandoci al contesto italiano, tale disponibilità, tale apertura al dialogo, appare rivoluzionaria nella sua semplicità.

Come ripetuto durante l’incontro ufficiale tenuto da Alec Ross all’Alma Mater, siamo di fronte ad una leadership distribuita. La democratizzazione dei mezzi di   comunicazione crea le premesse per cui  chiunque può divenire testimone e portatore di valore.

Incuriosito dall’approccio e andando poi a vedere quali sono i recenti progetti del Dipartimento di Stato Americano: dal blog ufficiale, sono evidenti le volontà di parlare ad ogni angolo di mondo ma mi ha colpito particolarmente il progetto Diaspora, che ho citato anche qui, che valorizza evidentemente la potenza delle relazioni.

Di fronte alle crescenti difficoltà globali, perchè non chiedere un’aiuto ai 62 milioni di americani emigrati di prima e seconda generazione?

  • 62 Million: Number of first- and second-generation diasporas in America; almost all Americans have immigrant roots further back.
  • $48 Billion: Amount of recorded remittances sent from the United States by diaspora communities in 2009.
  • #1: America ranks first as a host of the largest number of international migrants in the world.

“You have the potential to be the most powerful people-to-people asset we can bring to the world’s table. Because of your familiarity with cultural norms, your own motivations, your own special skills and leadership, you are, frankly, our Peace Corps, our USAID, our OPIC, our State Department all rolled into one. And it’s not only a matter of what you do personally. Very often, what we see is that in a crisis, the first people to respond, in fact, to come knocking on our doors, are those who have family, friends, connections where a crisis occurred. So when an earthquake happens in Haiti or civil unrest begins in Tripoli or a multitude of disasters hit Japan, we hear from Americans who have roots, who have business connections, who want to know what they can do“.

Con queste parole Hillary Clinton presentava il progetto: certo siamo di fronte ad una evoluzione del concetto di soft power, forse sarebbe meglio dire smart power.

Non a caso quindi assisistamo ad una crescente attività dell’ambasciata americana in Italia: se poi i temi caldi sono integrazione, diaspora e innovazione, come posso non rallegrarmi visto che da anni parlo di nuovi italiani, italic network e tecnologie.

Dopo anni di amministrazione Bush, in cui il brand americano risultava essere scomodo, se non pericoloso in alcuni paesi, è questo il nuovo approccio della diplomazia americana?

La semplicità può essere dirompente tanto quanto la tecnologia: se vanno di pari passo, un nuovo umanesimo, orizzontale come mai accaduto in passato, è a portata di mano.

Se poi anche l’Emilia s’è desta, non mi resta che continuare a lavorare inseguendo l’innovazione ma tenendo presente che ogni possibile relazione, è una possibilità di crescita. Se l’Emilia è storicamente territorio di partecipazione e di cooperazione, perchè non riscoprirne i valori, alla luce delle nuove potenzialità?

Video credit: il video dell’incontro con Alec Ross è di Alessandra Farabegoli.

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