Dal web partecipativo al bilancio partecipativo: da Porto Alegre al Mulino bianco. L'engagement su web è una forma di cittadinanza attiva?

on novembre 20 | in tweet | by | with 1 Comment

Sia il meeting bocconiano “Dalla filiera alla rete: le nuove regole di ingaggio della comunicazione digitale“, e sia l’articolo di Luca Conti uscito in prima giovedì su Nova del Sole24Ore, confermano che il valore della partecipazione è un must aziendale, sopratutto per le comunity on line.

Ma il coinvolgimento e la partecipazione dell’utente/cliente, mi richiamano le mie esperienze nella progettazione partecipata, nella gestione di progetti sociali di  cittadinanza attiva.

Le aziende sono interessate ad investire sui social media per creare relazioni durature e proficue con i propri clienti: per questo diventano “produttrici di contenuti” e invitano i membri delle comunity a crearne altri, senza un coordinamento gerarchico ma puntando sul coinvolgimento spontaneo scatenato dal brand.

Ma se l’obiettivo delle imprese su web non è solo vendere ma creare relazione verso l’engagement duraturo, il bilancio partecipativo (il caso di Porto Alegre è il più famoso) è un modello riproponibile? La co-gestione di parti del bilancio economico di Enti Pubblici (o privati) che punta ad una co-responsabilizzazione dei cittadini, attivando processi condivisi, è una pratica riutilizzabile?

Dal web partecipativo a bilancio partecipativo, non vedete una relazione?

Oltre al nomi, engagement è proprio il termine utilizzato in Francia per parlare di cittadinza attiva, e poi tra comunity e reti sociali, vedo analogie negli obiettivi.

Le aziende, vedi l’esempio nel mulino che vorrei , danno sempre più importanza ai clienti come ideatori, costruttori e diffusori di contenuti: i prosumer sono una forma di patrimonio delle aziende, primi percettori del reale valore del brand, quasi fossero sentinelle.

Se replichiamo il concetto, sostituendo al Mulino Bianco, un Comune, un territorio vedo i cittadini che partecipano attivamente alle scelte.

Ricordate la campagna di comunicazione di Bertinotti di qualche anno fa in cui ognuno poteva  specificare i prorpi desiderata su dei post it?

In quel caso fu solo un’operazione di comunicazione ma, senza citare l’esempio di Porto Alegre, gli esempi di bilancio partecipativo a livello europeo ormai sono consolidati e l’ultimo libro di Giovanni Allgretti , conferma che la tendenza ormai è da considerarsi prassi.

Attaccamento al brand e attaccamento al territorio, partecipazione alle scelte aziendale a pubbliche, diffusione del valore: le analogie tra pubblico e privato sono molte. Tra l’altro il bilancio partecipativo può venire adottato anche per recuperare la fiducia dei cittadini, magari a seguito di qualche fatto che aveva causato un’allontanamento, quasi fosse un’operazione di branding.

In ballo c’è la reputazione, la social responsability, la trasparenza, la credibilità: che sia politica o commerciale, che sia per le corporate o per le PA, il valore della partecipazione è indubbio, senza citare G.Gaber.

Reputazione, comunità, ascolto attivo,  condivisione, partecipazione, trasparenza, sono le stesse tag che userei per definire la cittadinza attiva nel sociale e le comunità on line dei brand.

Da una parte la cosa pubblica, dall’altra le corporate. Ma ci sono analogie anche per gli strumenti?

Ossia, possiamo considerare i social media come strumenti ideali per gestire relazioni e processi decisionali anche per la cosa pubblica?

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One Response

  1. Panzallaria scrive:

    io, come ho scritto anche sul Magazine di Liquida sono davvero curiosa di capire tra un anno cosa sarà successo a fronte dei primi risultati di condivisione degli attuali esperimenti in corso. Per quanto mi riguarda sono molto ottimista sulle possibilità ma spero che tutto non si fermi solo alla comunicazione (che siamo bravi a farla ma deve tradursi poi in fatti). Secondo me però, come ci siamo scritti anche privatamente, questa è una buona strada da praticare se vogliamo davvero migliorare le cose. ora mi leggo Conti, complimenti per questa bella analisi

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